Reati contro la pubblica amministrazione
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ToggleQuali sono i reati contro la pubblica amministrazione? Quale significato si cela dietro questa espressione?
Mi chiamo Mattia Fontana ed esercito la professione di Avvocato penalista a Roma. In questa sezione ti parlerò dei reati contro la Pubblica amministrazione, i quali hanno ad oggetto tanto i reati commessi dal Pubblico ufficiale come ad esempio il peculato, previsto dall’art. 314 cp, quanto i reati commessi dal privato, come per esempio l’oltraggio a Pubblico ufficiale, previsto dall’art 341 bis cp.
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Ai sensi dell’art 357 cp Pubblico Ufficiale è colui che esercita una funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa.
A titolo esemplificativo possono ricoprire la funzione di Pubblico Ufficiale: il Sindaco, gli Assessori ed i Consiglieri comunali, i Parlamentari, il Giudice, Pubblici ministeri, Notai, Forze dell’Ordine.
La qualifica di Pubblico Ufficiale va tenuta distinta da quella di “incaricato di pubblico servizio” che l’art. 358 c.p. definisce come il soggetto che a qualunque titolo presta un pubblico servizio. Esempi possono essere: il custode del cimitero, gli infermieri oppure il collaboratore scolastico.
- Quali sono i reati contro la Pubblica amministrazione?
- Reati commessi dal Pubblico ufficiale
- Peculato
- Malversazione di erogazioni pubbliche
- Indebita percezione di erogazioni a danno dello stato
- Concussione
- Corruzione per l’esercizio della funzione
- Abuso d’ufficio
- Rifiuto di atti d’ufficio. Omissione
- Reati commessi dal privato
- Violenza o minaccia a un Pubblico Ufficiale
- Resistenza a un Pubblico Ufficiale
- Oltraggio a Pubblico ufficiale
- Reati contro la Pubblica amministrazione: 2019
- Reati contro la Pubblica amministrazione: conclusioni
Quali sono i reati contro la Pubblica amministrazione? [ torna al menu ]
I reati contro la pubblica amministrazione tutelano il buon andamento e l’imparzialità amministrativa. Bene giuridico protetto dalla norma è infatti rappresentato dall’interesse della collettività affinché la “cosa pubblica” venga gestita in modo sano e trasparente.
Nell’ambito dei reati contro la pubblica amministrazione quali sono i reati commessi dal pubblico ufficiale? E quali dal privato?
Senza alcuna pretesa di completezza si possono elencare alcuni delitti contro la pubblica amministrazione previsti dal Codice Penale che è possibile distinguere nel modo che segue. Per l’elenco completo dei reati contro la pubblica amministrazione fai clic qui.
Reati commessi dal Pubblico ufficiale [ torna al menu ]
- Peculato – Art 314 cp
- Malversazione a danno dello Stato – Art 316 bis cp
- Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato – Art 316 ter cp
- Concussione – Art 317 cp
- Corruzione per l’esercizio della funzione – Art 318 cp
- Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio – Art 319 cp
- Abuso d’ufficio – Art 323 cp
- Rifiuto di atti d’ufficio. Omissione – Art 328 cp
Peculato [ torna al menu ]
Il peculato punisce il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio, che si appropria del denaro o di una cosa mobile altrui che possiede per ragione del suo ufficio o servizio. La pena è la reclusione da quattro anni a dieci anni e sei mesi.
Si applica la pena della reclusione da sei mesi a tre anni quando il colpevole ha agito al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa, e questa, dopo l’uso momentaneo, è stata immediatamente restituita. (Articolo 314 cp)
Il reato di peculato consiste essenzialmente in una appropriazione indebita da parte del Pubblico Ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio.
Si tratta ovviamente di un reato proprio, può infatti essere commesso solo da chi riveste quella determinata qualifica.
Deve inoltre sussistere una relazione tra la cosa ed il soggetto agente. Quest’ultimo deve infatti esserne in possesso o averne la disponibilità.
Al secondo comma è invece previsto il peculato d’uso, quando il soggetto agente agisce con il dolo specifico di usare solo momentaneamente la cosa di cui si è appropriato.
Malversazione di erogazioni pubbliche [ torna al menu ]
Il reato di malversazione si ha quando chiunque, estraneo alla pubblica amministrazione, avendo ottenuto dallo Stato o da altro ente pubblico o dalle Comunità europee contributi, sovvenzioni, finanziamenti, mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, destinati alla realizzazione di una o più finalità, non li destina alle finalità previste. L’autore del reato è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni. (Articolo 316 bis cp)
Bene giuridico tutelato dalla norma è il buon andamento della p.a.
Si tratta anche in questo caso di un reato proprio, posto che può essere commesso solo da chi ha ricevuto un finanziamento pubblico destinato ad attività di pubblico interesse.
È assolutamente necessario che il finanziamento venga ottenuto non essendo sufficiente la mera disposizione di pagamento.
Indebita percezione di erogazioni a danno dello stato [ torna al menu ]
Questo reato punisce con la reclusione da sei mesi a tre anni chiunque mediante l’utilizzo o la presentazione di dichiarazioni o di documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero mediante l’omissione di informazioni dovute, consegue indebitamente, per sé o per altri, contributi, sovvenzioni, finanziamenti, mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati dallo Stato, da altri enti pubblici o dalle Comunità europee.
La pena è della reclusione da uno a quattro anni se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio con abuso della sua qualità o dei suoi poteri.
La pena è della reclusione da sei mesi a quattro anni se il fatto offende gli interessi finanziari dell’Unione europea e il danno o il profitto sono superiori a euro 100.000.
Quando la somma indebitamente percepita è pari o inferiore a euro 3.999,96 si applica soltanto una sanzione amministrativa prevista dal codice. (Art 316 ter cp)
La norma ha ad oggetto tanto un comportamento attivo quanto omissivo, ma comunque dovuto (vi deve essere una richiesta da parte dell’ente).
Al secondo ed al terzo comma sono previste invece circostanze aggravanti dettate dalla qualifica del soggetto agente o da specifici interessi del soggetto offeso oltre che dall’importo del danno o del profitto.
Se invece la somma indebitamente percepita è modesta verrà applicata la sola sanzione amministrativa prevista.
Concussione [ torna al menu ]
Il reato di concussione punisce con la reclusione da sei a dodici anni il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringe un’altra persona a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità.(Articolo 317 cp)
La concussione può essere considerata come un’estorsione commessa dal Pubblico ufficiale o dall’incaricato di pubblico servizio.
Tali soggetti infatti agiscono abusando delle loro qualità o poteri. Lo scopo può essere conseguito tanto con la violenza quanto con la minaccia.
Corruzione per l’esercizio della funzione [ torna al menu ]
Il pubblico ufficiale che, per l’esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, indebitamente riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità o ne accetta la promessa è punito con la reclusione da tre a otto anni. (Corruzione codice penale – Articolo 318 cp)
A differenza della concussione, caratterizzata da una posizione di preminenza da parte del Pubblico Ufficiale, nella corruzione il Pubblico Ufficiale ed il privato sono posti sullo stesso piano. Elemento caratterizzante di tale fattispecie è infatti l’incontro paritario tra le volontà delle parti.
Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio [ torna al menu ]
Questa tipologia di corruzione si ha quando pubblico ufficiale, che, per omettere o ritardare o per aver omesso o ritardato un atto del suo ufficio, ovvero per compiere o per aver compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio, riceve, per sé o per un terzo, denaro od altra utilità, o ne accetta la promessa. L’autore del reato è punito con la reclusione da sei a dieci anni. (Corruzione codice penale – Articolo 319 cp)
A differenza dell’art 318 cp che disciplina la corruzione impropria, questo articolo riguarda la corruzione propria.
Questa fattispecie si ha infatti quando il Pubblico Ufficiale omette o ritarda un atto del suo ufficio o compie un atto contrario ai doveri di ufficio.
Obiettivo primario dello Studio Legale Penale di Roma dell’Avvocato penalista Mattia Fontana, è quello di garantire la miglior difesa e tutela per i propri assistiti.
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Abuso d’ufficio [ torna al menu ]
L’abuso d’ufficio punisce il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto. La pena è la reclusione da uno a quattro anni.
La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno un carattere di rilevante gravità. (Articolo 323 cp)
L’Abuso d’ufficio è un reato proprio, commesso dal Pubblico Ufficiale o dall’incaricato di pubblico servizio. Bene giuridico tutelato non è il solo buon andamento della p.a. ma anche il patrimonio del terzo.
Oggetto del reato sono provvedimenti amministrativi ma anche altri atti ed attività oggetto delle funzioni del soggetto agente.
Per quanto riguarda l’ingiusto vantaggio invece, deve avere necessariamente natura patrimoniale.
Rifiuto di atti d’ufficio. Omissione [ torna al menu ]
Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni.
Se invece il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse, non compie l’atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo, verrà punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a euro 1.032. Tale richiesta deve essere redatta in forma scritta ed il termine di trenta giorni decorre dalla ricezione della richiesta stessa. (Articolo 328 cp)
Al primo comma la norma prevede un vero e proprio rifiuto da parte del Pubblico Ufficiale, che può manifestarsi in qualsiasi forma, tanto per iscritto che oralmente.
Il secondo comma invece ha ad oggetto un’omissione. In entrambi i casi la condotta tenuta dal Pubblico Ufficiale si sostanzia in un “non fare”.
Reati commessi dal privato [ torna al menu ]
- Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale – Art 336 cp
- Resistenza a un pubblico ufficiale – Art 337 cp
- Oltraggio a pubblico ufficiale – Art 341 bis cp
Violenza o minaccia a un Pubblico ufficiale [ torna al menu ]
Il reato di violenza o minaccia a pubblico ufficiale punisce il soggetto che usa violenza o minaccia a un pubblico ufficiale o ad un incaricato di un pubblico servizio, per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri, o ad omettere un atto dell’ufficio o del servizio, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.
La pena è della reclusione fino a tre anni, se il fatto è commesso per costringere alcuna delle persone anzidette a compiere un atto del proprio ufficio o servizio, o per influire, comunque, su di essa. (Articolo 336 cp)
La norma prevede due condotte diverse: la prima volta a far compiere al Pubblico Ufficiale un atto contrario ai propri doveri o ad omettere un atto dell’ufficio, mediante violenza o minaccia.
La seconda quando la violenza o minaccia sono utilizzate per costringere il Pubblico Ufficiale o comunque ad influire su di esso.
Si tratta di un reato plurioffensivo che offende tanto il buon andamento della p.a. quanto l’integrità della persona fisica che esercita la funzione.
Resistenza a un Pubblico ufficiale [ torna al menu ]
Diversamente dall’art 336 cp, se il soggetto usa violenza o minaccia per opporsi a un pubblico ufficiale, o ad un incaricato di un pubblico servizio, mentre compie un atto d’ufficio o di servizio, o a coloro che, richiesti, gli prestano assistenza, verrà punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.(Articolo 337 cp)
La norma in oggetto prende in considerazione condotte realizzate con violenza e minaccia come nel caso dell’art 336 cp.
Tuttavia a differenza di quest’ultimo che riguarda casi in cui la violenza e la minaccia precedono il compimento dell’atto d’ufficio, qui la violenza e la minaccia sono contemporanei e hanno lo scopo di impedire l’atto di ufficio.
La mera resistenza passiva invece non rientra nel concetto di violenza pertanto non può essere punita.
Oltraggio a un Pubblico ufficiale [ torna al menu ]
Terza ipotesi di reato commesso dal privato è l‘oltraggio a un Pubblico ufficiale. Infatti, colui che in luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone, offende l’onore ed il prestigio di un pubblico ufficiale mentre compie un atto d’ufficio ed a causa o nell’esercizio delle sue funzioni è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.
La pena è aumentata se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato. Se la verità del fatto è provata o se per esso l’ufficiale a cui il fatto è attribuito è condannato dopo l’attribuzione del fatto medesimo, l’autore dell’offesa non è punibile.
Ove l’imputato, prima del giudizio, abbia riparato interamente il danno, mediante risarcimento di esso sia nei confronti della persona offesa sia nei confronti dell’ente di appartenenza della medesima, il reato è estinto. (Articolo 341 bis cp)
A differenza della precedente formulazione, l’articolo descrive esattamente luoghi e modalità dell’offesa.
Essa deve avvenire in luogo pubblico o aperto al pubblico, in presenza di più persone, mentre il Pubblico Ufficiale compie un atto d’ufficio.
Il secondo ed il terzo comma prevedono rispettivamente una causa di non punibilità ed una causa di estinzione del reato se la verità del fatto risulti provata e se l’imputato abbia riparato il danno prima del giudizio.
Reati contro la Pubblica amministrazione: 2019[ torna al menu ]
Nel 2019, la Legge 9 gennaio 2019 n. 3 (c.d. legge “Spazzacorrotti”) ha modificato in modo significativo questa categoria di reati, inasprendo le sanzioni ed il trattamento successivo alla condanna oltre a prevedere nuove fattispecie di reato.
In particolare è stato previsto un ampliamento dei casi di interdizione dai pubblici uffici, successivo alla condanna e delle ipotesi in cui il Pubblico Ministero può ricorrere alle intercettazioni telefoniche durante le indagini preliminari.
Tuttavia, la novità più rilevante introdotta dalla Legge Spazzacorrotti è forse la preclusione ai condannati per reati contro la pubblica amministrazione, delle misure alternative alla detenzione.
Reati contro la Pubblica amministrazione: conclusioni [ torna al menu ]
Quando si parla di reati contro la pubblica amministrazione si fa riferimento ad illeciti particolarmente delicati.
Nel caso di reati commessi dal privato, la difesa dell’imputato richiede una tutela legale particolarmente accorta data la qualifica della persona offesa.
Per questo motivo ti serve un Avvocato penalista che sappia darti il supporto legale necessario ad affrontare nel modo corretto il processo.
Se sei un Pubblico Ufficiale oppure un privato ed hai commesso un reato contro la pubblica amministrazione, oppure ne sei vittima, contattami per una consulenza.
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