Studio legale penale a Roma: Avv. Mattia Fontana
Lo Studio Legale penale a Roma dell’Avvocato Mattia Fontana si occupa esclusivamente di diritto penale ed è sito in Roma, Largo Trionfale n. 11 nel quartiere “Prati” facilmente raggiungibile anche con i mezzi di trasporto (Metro, Linea A, fermata Ottaviano Autobus (23, 490, 590) fermata Largo Trionfale).
Si riceve solo su appuntamento. È possibile prenotare una consulenza in studio oppure in videocall comodamente da casa tua.
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Dicono di noi
Avv. Mattia Fontana | Avvocato Penalista Roma
Largo Trionfale, 11, Roma
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Ho avuto il piacere di conoscere l avvocato Mattia Fontana per una consulenza devo dire che la professionalità va oltre le aspettative un ringraziamento speciale. Baldisseri Diego Padova.
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Ringrazio l'Avvocato Fontana per l' eccezionale lavoro svolto. Persona schietta, capace, corretta e disponibile. Consigliatissimo!!!
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L,'avv.to Fontana interpellato questa mattina per un suo è stato veramente gentile e disponibile. Ben 10 minuti di colloquio telefonico senza richiedermi nulla per la sua consulenza. Lo ringrazio molto
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Ottimo avv mi a risolto una causa che la portavo da anni avanti serio professionale puntuale lo consiglio
Studio legale penale a Roma: di cosa ci occupiamo
Come già anticipato, materia principale dello studio legale penale a Roma, fondato dall’Avvocato Mattia Fontana (iscritto all’albo dell’Ordine degli Avvocati di Roma), è il diritto penale.
Lo studio offre un’assistenza difensiva a 360 gradi mettendo al centro il cliente.
L’assistenza è prestata su tutto il territorio nazionale, tanto nei confronti dell’indagato/imputato, quanto nei confronti della persona offesa dal reato.
Si tratta senz’altro di reati gravi, volti ad offendere interessi di primaria importanza e pertanto puniti in modo severo dal legislatore.
Tra i reati più rilevanti appartenenti a questa categoria troviamo l’omicidio (art 575 cp) anche nelle forme di omicidio preterintenzionale (art 584 cp) e colposo (art 589 cp).
Il bene giuridico tutelato da tali reati, non è solo la vita, ma anche l’integrità fisica, l’onore, la libertà individuale. Si pensi al reato di diffamazione (art 595 cp) o allo stalking (art 612 bis cp).
Costituiscono una sottocategoria dei reati contro la persona, ed in particolare appartengono alla categoria dei delitti contro la libertà individuale. Bene giuridico tutelato è appunto la libertà individuale e più nello specifico la libertà sessuale, ossia il diritto di disporre liberamente del proprio corpo ai fini sessuali.
Nella maggior parte dei casi si tratta di reati che vengono consumati in assenza del consenso del soggetto passivo, dunque mediante costringimento.
La legislazione di riferimento è rappresentata dal D.P.R. 309/1990 il quale prevede una serie di reati in materia di stupefacenti, tra cui il reato di spaccio.
L’ordinamento dispone un trattamento sanzionatorio diverso nel caso in cui la condotta illecita abbia ad oggetto le droghe pesanti oppure le droghe leggere.
Per quanto concerne l’uso personale invece si tratta di un illecito amministrativo ed è previsto dall’art. 75 del D.P.R. 309/1990.
Elementi da tenere in considerazione per una difesa efficace sono inoltre: la quantità della sostanza stupefacente, l’eventuale confezionamento in dosi, il rinvenimento o meno di strumenti idonei alla cessione ovvero alla pesatura (bustine di plastica, bilancino di precisione) o la qualità di tossicodipendente del soggetto.
Si tratta di reati collegati in qualche modo alla circolazione stradale.
Negli ultimi anni la Legge è intervenuta spesso in materia di reati stradali, stante i preoccupanti dati relativi agli omicidi avvenuti alla guida, anche in stato di ebbrezza.
Reati appartenenti a questa categoria sono: l’omicidio stradale, le lesioni stradali, la guida in stato d’ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e cosi via.
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Si tratta di reati che possono essere commessi tanto dal pubblico ufficiale quanto dal privato.
I reati contro la pubblica amministrazione tutelano il buon andamento e l’imparzialità amministrativa.
Bene giuridico protetto dalla norma è infatti rappresentato dall’interesse della collettività affinché la “cosa pubblica” venga gestita in modo sano e trasparente.
Esempi di reati appartenenti a questa categoria sono: peculato, corruzione, concussione, resistenza a un pubblico ufficiale , oltraggio a pubblico ufficiale, violenza o minaccia a pubblico ufficiale.
La normativa di riferimento continua ad essere il Decreto Legislativo n. 74/2000.
Gli illeciti tributari aventi rilevanza penale ricompresi nel citato Decreto si distinguono principalmente in reati dichiarativi e reati documentali.
Le norme fiscali sono poste a tutela dell’interesse dell’amministrazione finanziaria all’esercizio dei poteri di accertamento, controllo e riscossione dei tributi.
In alcuni casi, per configurare un reato tributario non è sufficiente tenere la condotta contraria alla legge descritta dalla norma, ma è altresì necessario che vengano superate le cd. soglie di punibilità.
I reati contro il patrimonio sono quegli illeciti penali che colpiscono, tramite determinate condotte, il patrimonio altrui.
Più dettagliatamente, la previsione da parte del Legislatore di reati di questa categoria risponde a quella esigenza politico – criminale di reprimere le condotte volte ad offendere gli altrui interessi patrimoniali.
Il Codice Penale divide tale tipologia di reati in: delitti contro il patrimonio mediante violenza alle cose o alle persone (come il furto, la rapina, l’estorsione) e delitti contro il patrimonio mediante frode (come la truffa, l’appropriazione indebita, la ricettazione, il riciclaggio).
Il diritto penale fallimentare ha ad oggetto quegli illeciti penali che riguardano l’impresa. Per questo motivo è possibile parlare anche di diritto penale d’impresa.
Si tratta di reati commessi dall’imprenditore, dai soci o da soggetti titolari di posizioni qualificate all’interno della società.
Da questo punto di vista il reato per eccellenza appartenente a questa categoria è il reato di bancarotta.
I reati informatici, anche conosciuti come “cybercrimes“, o crimini informatici, sono stati introdotti con la Legge n. 547/1993, con la quale sono state apportate modifiche sia al codice penale che al codice di procedura penale. Successivamente, la L. 48/2008 ha apportato ulteriori modifiche, ratificando la Convenzione del Consiglio D’Europa sulla criminalità informatica.
In sostanza si tratta di quei reati commessi mediante l’uso della tecnologia e di mezzi informatici e telematici.
