Art 336 cp: violenza o minaccia a Pubblico Ufficiale

art 336 cp violenza o minaccia a pubblico ufficiale

L’art 336 cp prevede un importante reato denominato violenza o minaccia a Pubblico Ufficiale. Si tratta di una norma posta a tutela di quei soggetti che ricoprono pubbliche funzioni alla pari del reato di resistenza o oltraggio a Pubblico Ufficiale.
Ma quando ricorre la fattispecie della violenza o minaccia Pubblico Ufficiale?
Mi chiamo Mattia Fontana, sono un Avvocato penalista. Se necessiti di una consulenza puoi rivolgerti al mio studio penalista a Roma. In questo articolo ti parlerò del reato di violenza o minaccia Pubblico Ufficiale previsto dall’art 336 cp, della pena, della procedibilità e di altri aspetti rilevanti.

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Il reato di violenza o minaccia previsto dall’art 336 cp appartiene alla categoria dei reati contro la pubblica amministrazione e più nello specifico dei reati commessi dai privati contro la pubblica amministrazione. Bene giuridico tutelato è il buon andamento della Pubblica amministrazione nonché la libertà di autodeterminazione e l’incolumità della persona fisica che esercita le pubbliche funzioni.
Il lettore curioso non esperto di diritto potrebbe chiedersi: qual è la pena per aggressione a Pubblico Ufficiale?
Scopriamolo.

 
 

L’art 336 cp [ torna al menu ]

L’art 336 cp punisce chiunque usa violenza o minaccia contro un pubblico ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio, per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri, o ad omettere un atto dell’ufficio o del servizio.
Si ha una diminuzione di pena, che dopo vedremo, quando il fatto è commesso per costringere alcuna delle persone anzidette a compiere un atto del proprio ufficio o servizio, o per influire, comunque, su di essa.
Va subito evidenziato come in questa fattispecie la violenza e la minaccia costituiscono elementi essenziali del reato e precedono il compimento dell’atto da parte del Pubblico Ufficiale.

 

Pubblico Ufficiale: significato [ torna al menu ]

L’art 357 cp identifica Pubblico Ufficiale come il soggetto che esercita una funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa.
Al fine di comprendere meglio cosa si intende è possibile fare alcuni esempi.
Possono infatti ricoprire la funzione di Pubblico Ufficiale: Carabinieri, Poliziotti ed in generale appartenenti alle Forze dell’Ordine, il Sindaco, gli Assessori ed i Consiglieri comunali, i Parlamentari, il Giudice, Pubblici ministeri ed i Notai.
Molto spesso i reati di violenza o minaccia ma anche di resistenza o oltraggio a Pubblico Ufficiale vengono commessi nei confronti di soggetti appartenenti alle Forze dell’Ordine.
L'”incaricato di pubblico servizio” è invece figura diversa dal Pubblico Ufficiale. L’art 358 cp lo definisce come il soggetto che a qualunque titolo presta un pubblico servizio. Sono incaricati di pubblico servizio: il custode del cimitero, gli infermieri oppure il collaboratore scolastico.

 

Minaccia a Pubblico Ufficiale [ torna al menu ]

La minaccia consiste essenzialmente nel prospettare un male ingiusto che sia idonea a determinare un senso di costrizione nel soggetto passivo.
La Corte di Cassazione ha inoltre affrontato un caso nel quale ha ritenuto che non sussistesse il reato in esame.
“Se mi fai il verbale poi vediamo” questa la frase rivolta dal reo ad un agente di polizia.
La Suprema Corte in questo caso ha ritenuto non integrato il reato di cui all’art. 336 cp sulla scorta della considerazione che la reazione era stata genericamente minatoria del privato. Non si trattava cioè di una minaccia idonea a coartare la volontà del Pubblico Ufficiale (Cass. n. 18282/2007).

 

Violenza a Pubblico Ufficiale [ torna al menu ]

La violenza può essere di tue tipi: propria ed impropria. La prima si ha quando viene impiegata energia fisica sulle persone o sulle cose direttamente o per mezzo di uno strumento. La seconda si ha invece quando viene utilizzato un mezzo qualsiasi che sia idoneo a coartare la volontà del soggetto passivo, annullandone la capacità di azione o determinazione.
In ogni caso la violenza al pari della minaccia deve essere posta in essere prima del compimento dell’atto da parte del Pubblico Ufficiale.

 

Aggressione a Pubblico Ufficiale [ torna al menu ]

Nel linguaggio comune più che di violenza o minaccia si parla spesso di aggressione a Pubblico Ufficiale.
A prescindere da come la si voglia chiamare, la fattispecie prevista dall’art 336 cp prevede una determinata pena.
Il primo comma, relativo ai casi in cui l’autore del reato costringe il Pubblico Ufficiale a fare un atto contrario ai propri doveri, o ad omettere un atto dell’ufficio o del servizio prevede la pena della reclusione da sei mesi a cinque anni.
Il secondo comma che si ha invece quando il reo costringe il Pubblico Ufficiale a compiere un atto del proprio ufficio o servizio, o influisce su di esso prevede la pena della reclusione fino a tre anni.
Oltre alle pene ora indicate, nei casi in cui l’aggressione avvenga a danno di un appartenente alle Forze dell’Ordine, è possibile che l’autore del reato venga arrestato in flagranza.
A seguito dell’arresto è altresì possibile che il Pubblico Ministero proceda con il rito direttissimo e chieda al Giudice l’applicazione di una misura cautelare (clicca sulla parola per sapere cosa sono).

 

Aggressione a Pubblico Ufficiale: conseguenze [ torna al menu ]

Compiere un’aggressione nei confronti di un Pubblico Ufficiale, minacciandolo oppure usando violenza contro di lui può costare caro.
Molto dipenderà dal contesto in cui le minacce o la violenza vengono posti in essere e dal soggetto che ricopre la carica di Pubblico Ufficiale.
In flagranza di reato non è escluso che l’autore del reato possa essere arrestato e processato con il rito direttissimo. Tuttavia anche in caso di denuncia a piede libero la certezza è che il reo dovrà affrontare un procedimento penale a seguito del quale il Giudice potrà decidere di applicare la pena sopra indicata.

 

Violenza o minaccia a Pubblico Ufficiale: procedibilità [ torna al menu ]

Alcuni reati sono denominati “perseguibili a querela di parte“. Nel caso in cui venga commesso un reato appartenente a questa categoria è necessario proporre una querela per chiedere la punizione del presunto responsabile. Se non viene sporta una querela il procedimento penale non inizierà.
Questi reati vanno tenuti distinti dai cd. reati “procedibili d’ufficio” per i quali non è necessario che venga presentato un atto di querela da parte della persona offesa, ma è possibile che il procedimento penale cominci a seguito di una denuncia o di una semplice segnalazione da parte di chiunque.
Il reato previsto dall’art 336 cp appartiene alla categoria dei reati procedibili d’ufficio.
La denuncia da parte del Pubblico Ufficiale o di un qualsiasi cittadino pertanto, farà iniziare il procedimento penale che andrà avanti anche a prescindere dalla volontà della persona offesa.

Obiettivo primario dello Studio Legale Penale di Roma fondato dall’Avvocato penalista Mattia Fontana, è quello di garantire la miglior difesa e tutela per i propri assistiti.
Se necessiti di un Avvocato esperto in diritto penale a Roma contattami per una consulenza.

 

Art 336 depenalizzato? [ torna al menu ]

Si potrebbe ritenere, in modo del tutto erroneo, che il reato in esame sia stato depenalizzato.
Alcuni reati infatti sono stati recentemente depenalizzati e costituiscono ora meri illeciti amministrativi.
Si tratta tuttavia di una convinzione errata, atteso che l’opera di depenalizzazione compiuta dal Legislatore con il D.Lgs. n. 7/2016 ha coinvolto altri reati (tra cui l’ingiuria) ma non il reato di violenza o minaccia a Pubblico Ufficiale previsto dall’art 336 cp.
Nel caso in cui dovessi aggredire un Pubblico Ufficiale ponendo in essere atti di violenza o minaccia, rischierai di dover affrontare un processo penale oltre all’arresto in flagranza.

 

Violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale [ torna al menu ]

Come visto la violenza o minaccia ad un Pubblico Ufficiale costituiscono elementi essenziali della fattispecie prevista dall’art 336 cp.
Il reato di resistenza a Pubblico Ufficiale (clicca sulla parola per sapere di cosa si tratta) prevede la medesima pena prevista dal primo comma dell’art 336 cp, ossia la reclusione da sei mesi a cinque anni.
Inoltre anche nel reato di resistenza a Pubblico Ufficiale violenza o la minaccia sono elementi essenziali della fattispecie, ma a differenza del reato di cui all’art 336 cp, non precedono il compimento dell’atto da parte del Pubblico Ufficiale ma lo accompagnano.
La differenza pertanto è rinvenibile essenzialmente nel momento in cui gli atti vengono compiuti.

 

Art 336 cp, violenza o minaccia a Pubblico Ufficiale: conclusioni [ torna al menu ]

Come hai potuto constatare dall’analisi dell’art 336 cp (clicca qui per prendere visione dell’articolo) emerge chiaramente come la violenza o minaccia a Pubblico Ufficiale, sia un reato contro la Pubblica amministrazione, posto a tutela dell’incolumità della persona fisica che esercita le pubbliche funzioni nonché del buon andamento della Pubblica amministrazione.
La commissione di questo reato può portare a conseguenze negative quali l’arresto in caso di flagranza di reato ed al successivo processo penale.
È allora assolutamente necessario che tu ti rivolga ad un Avvocato penalista che scelga insieme a te la strategia difensiva vincente in vista del processo.
Se hai un indagine in corso o devi affrontare un processo per aver commesso il reato di violenza o minaccia a Pubblico Ufficiale previsto dall’art 336 cp o un altro reato contro la pubblica amministrazione, contattami.

Per ulteriori approfondimenti visita l’apposita sezione del sito dedicata ai reati contro la pubblica amministrazione.

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Questo articolo ha 2 commenti

  1. marco

    Salve Avvocato sono un appartenente alle forze dell’ordine e mi è capitato di recente di subire minacce e violenza fisica ( schiaffo in faccia) con prognosi di 7 giorni. Il mio comandante mi ha riferito che per effetto della Riforma Cartabia questi tipi di reati non sono più procedibili d’ufficio e che pertanto dovrei presentare atto di querela di parte. Leggendo il suo articolo sembrerebbe non sia cosi. Mi può dare lumi? grazie

    1. Avv. Mattia Fontana

      Salve,
      la procedibilità del reato di cui all’art. 336 c.p. è rimasta invariata. Si procede d’ufficio.
      Cordialmente
      Avv. Mattia Fontana

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