Art 328 cp: Rifiuto e omissione di atti d’ufficio

art 328 cp

L’art 328 cp disciplina due importanti reati: il rifiuto di atti d’ufficio e l’omissione di atti d’ufficio.
Si tratta di condotte che possono ledere molteplici interessi a cominciare da interessi di natura pubblicistica.
Ma quando c’è omissione di atti d’ufficio? E quando il rifiuto?
Mi chiamo Mattia Fontana ed esercito la professione di Avvocato penalista a Roma. In questo articolo ti parlerò dei reati di rifiuto e omissione di atti d’ufficio, entrambi previsti dall’art 328 cp, della pena e dei termini di prescrizione previsti per questi reati.

Stai cercando un Avvocato penalista ed hai bisogno di una consulenza? Contattami!

L’omissione di atti d’ufficio è una fattispecie penale posta a tutela di interessi giuridici quali il buon andamento della Pubblica Amministrazione, come nel caso di rifiuto di atti d’ufficio, ma anche di interessi di natura privatistica. Al pari di altri illeciti tali reati consentono che la “cosa pubblica” venga gestita in modo trasparente (come ad es. l’abuso d’ufficio).
Esattamente come quest’ultimo reato, costituiscono uno dei reati contro la Pubblica amministrazione.
Ma scendiamo nel dettaglio.

 
 

L’art 328 cp [ torna al menu ]

L’art 328 cp al primo comma punisce il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo.
Al secondo comma il medesimo articolo punisce il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse non compie l’atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo.
Tale richiesta deve essere redatta in forma scritta ed il termine di trenta giorni decorre dalla ricezione della richiesta stessa.
Entrambe le fattispecie prevedono reati propri: si tratta cioè di reati che possono essere commessi solo da chi ricopre la qualifica di Pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio.
Ma chi sono questi soggetti?
Il Pubblico ufficiale è colui che esercita una funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa.
Ad esempio sono pubblici ufficiali: il Sindaco ed i componenti del Consiglio Comunale, il Notaio, i Parlamentari, il Giudice, Pubblici ministeri, ed in generale le Forze dell’Ordine.
La qualifica di Pubblico Ufficiale va tenuta distinta da quella di incaricato di pubblico servizio.
È tale chi a qualunque titolo presta un pubblico servizio.
Validi esempi possono essere il collaboratore scolastico oppure gli infermieri.

 

Rifiuto di atti d’ufficio: pena [ torna al menu ]

Come già evidenziato il primo comma dell’art 328 cp disciplina il reato di rifiuto di atti d’ufficio.
Questo reato punisce il Pubblico Ufficiale che rifiuta indebitamente di compiere un atto del suo ufficio che deve essere compiuto senza ritardo.
Si precisa che con l’espressione “atti d’ufficio” si intendono gli atti che possono avere una “rilevanza esterna” non anche gli atti organizzativi.
Il rifiuto da parte del Pubblico Ufficiale può essere manifestato in qualsiasi forma, sia scritta che orale.
Inoltre il rifiuto si configura non soltanto a seguito di una richiesta, ma anche quando sussiste una urgenza indifferibile che impone il compimento dell’atto.
Questo reato è posto a tutela del buon andamento della Pubblica Amministrazione e viene punito con la pena della reclusione da sei mesi a due anni.

 

Rifiuto di atti d’ufficio: esempio [ torna al menu ]

Al fine di comprendere meglio quando si realizza il reato in oggetto è possibile fare alcuni esempi citando la Suprema Corte.
Secondo la Corte di Cassazione ad esempio integra il reato di rifiuto di atti di ufficio, la condotta del medico di guardia in servizio presso una casa di cura che a seguito della richiesta di prestare il proprio intervento da personale infermieristico in relazione al progressivo aggravarsi delle condizioni di salute di un paziente ricoverato, ometta di procedere alla visita ed alla diretta valutazione della situazione.
Non rileva il fatto che il paziente sia comunque assistito dal suddetto personale, incaricato di monitorarne le condizioni fisiche e i parametri vitali (Cass. n. 21631/2017).
Allo stesso modo il delitto di rifiuto di atti d’ufficio è integrato dalla condotta dell’agente di polizia municipale che, richiesto con ordine del superiore di intervenire immediatamente sul luogo dove si era verificato un grave incidente stradale che stava provocando seri problemi di traffico, rifiuti di recarsi sul posto, adducendo di non aver indosso la divisa e di non essere stato previamente autorizzato all’intervento in abiti civili (Cass. n. 44635/2013).

 

Omissione di atti d’ufficio: pena [ torna al menu ]

Il comma secondo punisce invece la condotta di omissione non motivata di atti richiesti.
Questa ovviamente non si realizza qualora il procedimento si sia concluso senza adozione espressa dell’atto in virtù del silenzio-assenso, previsto all’art 20, comma 1, della L. 7 agosto 1990, n. 241.
Per quanto riguarda invece il cd. silenzio-rigetto previsto dall’art 25, comma 4, della stessa Legge, la giurisprudenza è concorde nel ritenere che, ai fini dell’integrazione del reato di omissione di atti di ufficio, il silenzio rigetto a fronte di una richiesta di accesso deve considerarsi inadempimento, e quindi condotta omissiva integrante il reato in esame.
La punibilità del Pubblico Ufficiale scatta soltanto se quest’ultimo oltre a non avere compiuto l’atto, non risponde per esporre le ragioni del ritardo.
Dunque perché vi sia omissione è necessario il ricorrere di tre requisiti: la richiesta formale dell’interessato (identificabile come diffida ad adempiere come vedremo a breve), il mancato compimento dell’atto entro 30 giorni dalla ricezione della richiesta (termine previsto dalle norme amministrative) e la mancata esposizione dell’interessato, nello stesso termine, delle ragioni del ritardo.
In tal caso il reato non tutela esclusivamente interessi giuridici di tipo pubblicistico ma anche l’interesse del privato che richiede un atto dovuto.
L’omissione di atti d’ufficio è punita con la pena della reclusione fino ad un anno o con la multa fino a 1.032 euro.

 

Omissione di atti d’ufficio: esempio [ torna al menu ]

Per fare un esempio concreto si può far rifermento al caso del responsabile di un ufficio tecnico comunale che, ricevuta dal Sindaco una lettera di diffida e messa in mora direttamente rivolta all’organo politico, lettera inoltrata dal Sindaco medesimo al responsabile dell’U.T. comunale con l’esplicito “invito a darne immediato riscontro e relativa comunicazione al sottoscritto” , non provvedeva nel termine di legge, atteso che detta diffida, pur essendo stata inviata a soggetto diverso da quello competente a provvedere, era giunta nella sfera di conoscenza del funzionario dell’ente locale, ponendolo in condizione di conoscere l’oggetto dell’incarico da adempiere, a lui affidato nella rispettiva qualità (Cass. n. 42610/2015).

 

Diffida ad adempiere Pubblica Amministrazione [ torna al menu ]

Per far sì che il reato di omissione di atti d’ufficio possa dirsi integrato, la richiesta proveniente dal privato va identificata diffida ad adempiere alla Pubblica Amministrazione.
È la stessa Corte di Cassazione a precisare che ai fini della configurabilità del reato di cui all’art 328 secondo comma, cp, è necessario che la richiesta scritta sia qualificabile, per tenore letterale e contenuto, come diffida ad adempiere, diretta alla messa in mora del destinatario e da quest’ultimo percepibile in tali termini; a tal fine, è sufficiente che il contenuto della richiesta, sebbene non riproduca formalmente i termini “diffida” e “messa in mora”, rappresenti la cogenza della richiesta, la necessità di un adempimento direttamente riconducibile alla disciplina del procedimento amministrativo e, eventualmente, le conseguenze in termini di responsabilità di una mancata risposta nei termini (Cass. n. 10595/2018).
La diffida può essere inviata personalmente o tramite un Avvocato, mediante raccomandata con ricevuta di ritorno o per posta elettronica certificata.
Attraverso tale comunicazione di intima al destinatario di tenere o non tenere una determinata condotta.
In caso contrario il mittente comunica che agirà per le vie legali.
In ogni caso il consiglio prima di effettuare azioni di questa tipologia è sempre quello di rivolgersi ad un Legale.

Obiettivo primario dello Studio Legale Penale di Roma fondato dall’Avvocato penalista Mattia Fontana, è quello di garantire la miglior difesa e tutela per i propri assistiti.
Se necessiti di un Avvocato esperto in diritto penale a Roma contattami per una consulenza.

 

Art 328 cp: depenalizzato? [ torna al menu ]

Prima di capire se l’art 328 cp è stato oggetto di depenalizzazione va spiegato cosa si intende con questo termine.
Con il termine “depenalizzazione” si identifica quel fenomeno volto a togliere rilevanza penale ad alcuni fatti declassandoli ad illeciti amministrativi. Con la depenalizzazione in parole povere un reato cessa di essere considerato tale.
In primo luogo va evidenziato che il Legislatore ha recentemente compiuto una profonda opera di depenalizzazione mediante il D.Lgs. n. 7/2016.
Questo intervento ha coinvolto numerosi reati (tra cui ad esempio l’ingiuria) ma non ha riguardato né il rifiuto di atti d’ufficio né l’omissione, i quali pertanto continuano ad essere considerati dalla Legge come reati.

 

Art 328 cp: prescrizione [ torna al menu ]

La prescrizione è una causa di estinzione del reato che si verifica allorché non si sia giunti ad una sentenza irrevocabile di condanna dell’imputato entro un preciso termine temporale individuato dalla Legge.
Questo termine coincide (in assenza di atti interruttivi) con la pena prevista per ogni singolo reato, ma non può essere inferiore ai sei anni in caso di delitto e quattro anni in caso di contravvenzione.
I reati indicati dall’art 328 cp sono entrambi delitti e prevedono ciascuno una pena diversa.
In entrambi i casi tuttavia proprio perché delitti, il termine di prescrizione sarà pari a sei anni (sette anni e sei mesi se ci sono atti interruttivi della prescrizione).

 

Art 328 cp: procedibilità [ torna al menu ]

Prima di analizzare questo aspetto si ritiene doveroso fare una piccola premessa.
Alcuni reati si dicono “perseguibili a querela di parte“. Per questi reati è necessario proporre una querela per chiedere la punizione del presunto responsabile. Se non viene sporta una querela il procedimento penale non inizierà.
Questi reati vanno tenuti distinti dai cd. reati “procedibili d’ufficio“. Per questa tipologia di reati non è necessario presentare un atto di querela da parte della persona offesa, ma è possibile che il procedimento penale cominci a seguito di una denuncia o di una semplice segnalazione da parte di qualsiasi cittadino.
Entrambe le fattispecie previste dall’art 328 cp hanno ad oggetto reati procedibili d’ufficio. Non è pertanto necessario che venga presentata alcuna querela per chiedere la punizione del presunto colpevole.
Il procedimento penale partirà autonomamente non appena le Forze dell’Ordine verranno a conoscenza sia del rifiuto che dell’omissione di atti d’ufficio.

 

Omissione di atti d’ufficio: dolo [ torna al menu ]

Per dirsi integrato il reato di omissione di atti d’ufficio richiede necessariamente il dolo.
In altre parole il pubblico ufficiale deve avere dolosamente omesso il compimento dell’atto dovuto nonché la motivazione sul ritardo.
È necessario pertanto che il Pubblico Ufficiale conosca l’esistenza dell’obbligo di compiere un atto d’ufficio e la diffida ad adempiere alla pubblica amministrazione, inviata dal soggetto interessato.
Inoltre il reato richiede la volontà di non compiere l’atto dovuto, di non motivare il ritardo nonché quella di agire contrariamente ai doveri imposti dalla funzione.

 

Omissione atti d’ufficio: risarcimento danni [ torna al menu ]

Come visto entrambi i reati indicati dall’art 328 cp sono procedibili d’ufficio.
Per questo motivo è possibile che venga presentata una denuncia da parte della persona offesa o di un cittadino, ma in ogni caso non sarà necessaria alcuna querela.
Nella prima fase verranno svolte le cd. indagini preliminari tramite le quali, le Forze dell’ordine, cercheranno di ricostruire i fatti ascoltando testimoni e raccogliendo prove. Successivamente il Pubblico Ministero deciderà se richiedere l’archiviazione o concludere le indagini per fare in modo che cominci il vero e proprio processo penale.
Trattandosi di un reato procedibile d’ufficio, il processo continuerà a prescindere dalla volontà della persona offesa.
Durante il processo inoltre, è possibile che i soggetti danneggiati si costituiscano parte civile al fine di chiedere il risarcimento del danno.
Tale azione può essere compiuta tanto dal privato quanto dalla Pubblica Amministrazione.

 

L’abuso d’ufficio [ torna al menu ]

Come visto in un altro articolo, il reato di abuso d’ufficio risulta previsto dall’art 323 cp.
In estrema sintesi questo reato punisce il pubblico ufficiale che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di specifiche regole di condotta, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale oppure arreca ad altri un danno ingiusto.
Nel contesto descritto, tale illecito ha una certa rilevanza perché l’abuso d’ufficio può essere posto in essere anche mediante il rifiuto l’omissione degli atti d’ufficio, quando il pubblico ufficiale ha dolosamente rifiutato il compimento degli atti del proprio ufficio o ha dolosamente mancato di rispondere alla richiesta di un privato, nonostante l’atto di diffida penale, al fine di trarre vantaggio dalla propria posizione, ovvero arrecare un danno.
In questo caso atteso che il reato di cui all’art 323 cp viene considerato quale reato più grave, l’art 328 cp verrà assorbito dalla fattispecie più grave.

 

Art 328 cp: conclusioni [ torna al menu ]

Come hai potuto vedere, il rifiuto o l’omissione di atti in ufficio, sono reati previsti dall’art 328 cp (clicca qui per prenderne visione) posti a tutela di interessi fondamentali tanto di natura pubblicistica quanto di natura privatistica.
Affrontare un procedimento penale per questi reati può portare conseguenze davvero negative soprattutto per chi ricopre determinate cariche pubbliche.
È allora assolutamente necessario che tu ti rivolga ad un Avvocato penalista che ti aiuti a comprendere i quali sono i rischi e le possibili soluzioni nel caso in cui tu abbia commesso questo reato.
Se hai un’indagine in corso o devi affrontare un processo per aver commesso uno dei due reati indicati dall’art 328 cp o un altro reato contro la pubblica amministrazione, contattami.

Per ulteriori approfondimenti visita l’apposita sezione del sito dedicata ai reati contro la pubblica amministrazione.

Stai cercando un Avvocato penalista ed hai bisogno di una consulenza? Contattami!

Lascia un commento