Decreto penale di condanna: cos’è e quando viene emesso?

decreto penale di condanna

Il decreto penale di condanna è un istituto previsto dagli articoli 459 e successivi del codice di procedura penale.
Ma cos’è il decreto penale di condanna?
Mi chiamo Mattia Fontana, sono un Avvocato penalista. Se necessiti di una consulenza puoi rivolgerti al mio studio penalista a Roma. In questo articolo ti parlerò di cos’è un decreto penale di condanna, degli art 459 cpp e 461 cpp, di cosa succede e di cosa si può fare dopo aver ricevuto un provvedimento di questo tipo.

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Il decreto penale di condanna è un provvedimento adottato dal Giudice all’esito di un procedimento speciale chiamato “procedimento per decreto“.
Questo procedimento viene instaurato solo in casi particolari che a breve indicheremo.
Nel prosieguo dell’articolo tenteremo di dare risposta a numerose domande tra le quali, la più importante: cosa succede dopo il decreto penale di condanna?
Scopriamolo.

 
 

Decreto penale di condanna: cos’è [ torna al menu ]

Il decreto penale di condanna è un istituto previsto dal nostro codice di procedura penale. Si tratta di un provvedimento emesso dal Giudice per le indagini preliminari, su richiesta del Pubblico Ministero, in casi specifici previsti dalla Legge.
Il decreto penale equivale a tutti gli effetti ad una sentenza di condanna. Ciò vuol dire che se non presenterai un’opposizione nei termini previsti, verrà data esecuzione alla pena in esso contenuta, a meno che non sia stata disposta la sospensione condizionale della pena.
Si tratta di un provvedimento emesso in assenza di contradditorio, dopo il quale non verrà celebrato alcun processo.
Nonostante ciò, tuttavia, non sempre è necessario presentare un’opposizione. Più avanti vedremo il perché.
Nel frattempo, sperando di riuscire nell’intento di spiegare concetti particolarmente difficili in parole semplici, rispondiamo alla prima fondamentale domanda: quando viene emesso il decreto penale di condanna?

 

L’art 459 cpp [ torna al menu ]

L’art 459 cpp definisce i casi e le modalità con le quali viene emesso il decreto penale di condanna.
Ciò avviene tanto procedimenti per reati perseguibili di ufficio quanto in quelli perseguibili a querela (se vuoi saperne di più ti consiglio questo articolo: reato: significato, struttura, tipologie)quando questa è stata validamente presentata e se il querelante non ha nella stessa dichiarato di opporvisi.
Si tratta per lo più di reati non gravi, per i quali lo stato rinuncia a celebrare un processo vero e proprio.
In tali casi il pubblico ministero, quando ritiene che si debba applicare soltanto una pena pecuniaria, anche se inflitta in sostituzione di una pena detentiva, può presentare al giudice per le indagini preliminari, entro sei mesi dalla data in cui il nome della persona alla quale il reato è attribuito è iscritto nel registro delle notizie di reato, richiesta motivata di emissione del decreto penale di condanna, indicando la misura della pena.
In questi casi il pubblico ministero può chiedere l’applicazione di una pena diminuita sino alla metà rispetto al minimo edittale.
Il vantaggio fondamentale del decreto di condanna pertanto va rinvenuto nel fatto che verrà applicata esclusivamente una pena pecuniaria (attenzione: la multa o l’ammenda sono pene a tutti gli effetti), diminuita fino alla metà, in luogo di una eventuale pena detentiva. Si tratta pertanto di una condanna mite.
L’imputato inoltre non sarà tenuto al pagamento delle spese processuali.
Il reato potrà essere dichiarato estinto se il condannato ha pagato la pena pecuniaria e, nel termine di cinque anni, quando il decreto riguarda un delitto o di due anni quando il decreto riguarda una contravvenzione non commette un nuovo reato della stessa indole.

 

Opposizione a decreto penale di condanna [ torna al menu ]

Come abbiamo detto il decreto di condanna è a tutti gli effetti una sentenza di condanna. La differenza con quest’ultima è che il primo viene emesso senza che vi sia stato alcun contraddittorio, la seconda all’esito di un processo. In parole povere se accetti la pena contenuta nel decreto penale di condanna non avrai la possibilità di fare il processo. Questo vuol dire che non sarà possibile produrre prove e citare testimoni per provare la tua innocenza.
Per questo motivo la Legge ha previsto lo strumento dell’opposizione. Il tuo Avvocato, entro il termine di 15 giorni, potrà depositare un atto di opposizione al decreto con la possibilità di scegliere un rito alternativo oppure di andare in dibattimento.
Tutte quelle volte in cui nel decreto non viene disposta la sospensione della pena o quando sei convinto di poter dimostrare la tua innocenza l’opposizione potrebbe rappresentare la strada migliore da intraprendere.
Si deve tuttavia precisare che, in alcuni casi, all’esito dell’opposizione il Giudice potrebbe anche applicare una pena diversa e più grave di quella contenuta nel decreto opposto.
Presentare opposizione comporta quindi dei rischi, ma spesso è possibile ridurre i danni o puntare addirittura all’assoluzione.
Ora veniamo alle modalità con le quali è possibile presentare opposizione.

 

L’art 461 cpp [ torna al menu ]

L’art 461 cpp dispone che nel termine di quindici giorni dalla notificazione del decreto, l’imputato, personalmente o a mezzo del difensore, possono proporre opposizione mediante dichiarazione da depositare nella cancelleria del giudice per le indagini preliminari.
La dichiarazione di opposizione deve indicare, a pena di inammissibilità, gli estremi del decreto di condanna, la data del medesimo e il giudice che lo ha emesso.
Con l’atto di opposizione possono inoltre essere richiesti riti alternativi, ed in particolare: il giudizio immediato, il giudizio abbreviato, il patteggiamento e la messa alla prova ed anche l’oblazione.
Se l’opposizione non viene proposta o se è dichiarata inammissibile, il giudice che ha emesso il decreto di condanna ne ordina l’esecuzione.

 

Decreto penale di condanna: pena sospesa [ torna al menu ]

Se la pena contenuta nel decreto di condanna viene sospesa vuol dire che non verrà eseguita, almeno nell’immediato.
La sospensione condizionale della pena infatti è un istituto con il quale viene disposta la sospensione della pena per un termine di cinque anni (in caso di delitto) e di due anni (in caso di contravvenzione).
Se in questo periodo di tempo non commetterai altri reati il reato potrà essere dichiarato estinto.
Viceversa nel caso di commissione di nuovi illeciti la sospensione potrà essere revocata e la pena eseguita.
In linea puramente teorica quando nel decreto viene disposta la sospensione della pena, potresti anche valutare di non presentare alcuna opposizione. Puoi intraprendere questa strada quando non vuoi sostenere i costi relativi all’onorario di un Avvocato, a meno che tu non possa usufruire del patrocinio a spese dello stato.
Non presentare alcuna opposizione, oltre a precluderti ogni possibilità di difesa tuttavia potrebbe esporti ad altri rischi.
Il decreto penale è infatti a tutti gli effetti un precedente penale (non ai fini del certificato penale richiesto dai privati come a breve vedremo) che può precluderti ad esempio la concessione di una nuova sospensione condizionale della pena. Ti potrà inoltre essere contestata la recidiva.

Obiettivo primario dello Studio Legale Penale di Roma fondato dall’Avvocato penalista Mattia Fontana, è quello di garantire la miglior difesa e tutela per i propri assistiti.
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Decreto penale di condanna: casellario [ torna al menu ]

Se ti stai chiedendo se il decreto penale “macchia” la tua fedina penale (clicca sulla parola per approfondimenti) puoi tirare un sospiro di sollievo: la risposta è no.
Bisogna tuttavia fare alcune precisazioni.
Con la riforma del casellario giudiziale (D.Lgs. n. 122/2018) il legislatore ha previsto che alcuni provvedimenti non vengano iscritti nel certificato penale richiesto dal privato: tra questi figura il decreto penale di condanna.
Se richiederai il tuo certificato penale quindi è molto probabile che vedrai scritto sopra di esso la dicitura “nulla”, proprio perché il decreto penale non verrà riportato.
Il decreto penale tuttavia continuerà a spiegare i suoi effetti. Se la pena in esso contenuta è sospesa significa che dovrai stare attento a non commettere nuovi reati, altrimenti la sospensione potrebbe essere revocata e la pena contenuta nel decreto penale potrebbe andare in esecuzione.
Inoltre l’Autorità Giudiziaria vedrà sempre quel precedente e potresti incontrare problemi nel vederti concessa una nuova sospensione condizionale oltre a vederti contestare la recidiva in un eventuale futuro processo.
Al fine di evitare questo esito, se non hai proposto opposizione, è possibile ricorrere ad alcuni rimedi.

 

Decreto penale di condanna: riabilitazione [ torna al menu ]

Vi sono due modi con i quali è possibile neutralizzare gli effetti negativi provocati da un decreto di condanna non opposto: l’istanza di estinzione del reato e la riabilitazione (clicca sulla parola per sapere cos’è).
La prima può essere presentata dopo cinque anni (in caso di delitto) o due anni (in caso di contravvenzione), dall’emissione del decreto, ed è volta ad ottenere l’estinzione del reato.
Scopo dell’istanza non è quello di non far comparire il precedente nella fedina penale. Con la riforma precedentemente menzionata infatti il decreto non compare nel certificato penale richiesto dai privati.
L’intento dell’istanza è invece quello di neutralizzare gli effetti negativi del precedente penale (ad es. la possibilità di usufruire nuovamente della sospensione condizionale o di non vedersi contestata la recidiva).
Dopo tre anni invece potrai chiedere la riabilitazione. Tuttavia se da un lato la riabilitazione consente di non aspettare il decorrere di cinque anni, dall’altro questo istituto non incide su tutti gli effetti penali provocati dal decreto.
Aver ottenuto la riabilitazione non da infatti diritto ad esempio ad ottenere nuovamente la sospensione condizionale della pena. Per questo motivo in caso di decreto penale ma anche di patteggiamento, l’istanza di estinzione del reato risulta preferibile.

 

Guida in stato di ebbrezza: decreto penale di condanna [ torna al menu ]

Tra i reati per i quali più spesso viene emesso un decreto di condanna vi è sicuramente la guida in stato di ebbrezza.
La guida in stato di ebbrezza è un reato previsto dall’art 186 del Codice della strada ed è una contravvenzione (si chiamano così i reati meno gravi).
Per questo motivo il Pubblico Ministero può richiedere al GIP l’emissione di un decreto di condanna applicando esclusivamente una pena pecuniaria.
Vale la pena di ricordare che per la guida in stato di ebbrezza il codice della strada prevede una possibilità ulteriore.
Oltre ai classici riti alternativi infatti l’imputato, tranne nei casi in cui abbia provocato un incidente stradale, può chiedere di sostituire la pena con quella del lavoro di pubblica utilità (L.P.U.).
Con i lavori di pubblica utilità l’imputato può ottenere l’estinzione del reato, la revoca della confisca del veicolo quando è stata disposta ed il dimezzamento del periodo di sospensione della patente.

 

Decreto penale di condanna: conclusioni [ torna al menu ]

Il decreto penale di condanna (art 459 cppclicca qui per prenderne visione) è un provvedimento emesso dal GIP su espressa richiesta del Pubblico Ministero.
Anche se tale provvedimento ha ad oggetto una pena pecuniaria non va assolutamente ignorato o sottovalutato.
Infatti il decreto penale è a tutti gli effetti una condanna. Inoltre se non è stata disposta la sospensione condizionale della pena, quest’ultima verrà eseguita. In questi casi e quando puoi dimostrare la tua innocenza, lo strumento dell’opposizione è altamente consigliato.
Per questo motivo, ti consiglio di rivolgerti ad un Avvocato penalista che sappia indicarti la giusta strategia e le conseguenze della tua scelta.
Se ti è stato notificato un decreto penale di condanna, per qualsiasi reato, contattami.

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